La Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Mattero Maria Zuppi in occasione del Convegno Nazionale dei Gruppi di Preghiera

 

Con la Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente CEI, si sono conclusi i lavori del 34° Convegno Nazionale dei Gruppi di Preghiera tenutosi a San Giovanni Rotondo venerdì 15 e sabato 16 settembre nel corso del quale è stato introdotto il tema che guiderà i Gruppi per l’intero anno pastorale 2022/2023: “Aiutatevi maggiormente colla lettura dei libri santi … pascolo all’anima e di grande avanzamento nella via della perfezione“.

La presenza del Cardinale Zuppi, molto sentita dagli oltre 700 devoti di San Pio accorsi per l’occasione, è stata uno stimolo per i Gruppi ad essere sempre più operatori di pace utilizzando attivamente “l’arma” che Padre Pio ha loro affidato fin dalla nascita: la preghiera.

«La preghiera – ha infatti affermato il Cardinale nel corso della sua omelia – è la prima delle cose che dobbiamo fare per alleviare la sofferenza drammatica di chi chiede che finisca il demone della violenza e della guerra».

«Padre Pio ha pensato alla nascita dei Gruppi di Preghiera negli anni della Seconda Guerra Mondiale – ha continuato il Cardinale che dal mese di maggio è incaricato dal Santo Padre a guidare la missione di pace del Vaticano nel conflitto russo-ucraino – e c’è bisogno di rafforzare la nostra preghiera anche nei confronti di questa guerra, che deve toccare il nostro cuore, che dobbiamo sentire anche nostra. Per questo affido a voi, Gruppi di Preghiera, l’Ucraina e tutti i Paesi colpiti dalla guerra. Impariamo ad essere artigiani di pace e portiamola con amore dove c’è buio».

Un riferimento l’ha poi rivolto alla Casa Sollievo della Sofferenza, alla quale poche ore prima il presidente della CEI aveva fatto visita accolto dai rappresentanti del Consiglio di Amministrazione, dal direttore generale Gino Gumirato e dal direttore sanitario Gabriella De Vincentis.

«Quanto è stata importante e quanta passione ha riversato San Pio nella sua Casa Sollievo – ha riconosciuto – e in ogni Gruppo di Preghiera mi auguro ci sia un po’ di questa Casa del sollievo della sofferenza. In ogni angolo del mondo ci sono tante “Casa Sollievo” che sono state affidate a ognuno di noi che dobbiamo essere in grado di sollevare dal dolore e dall’abbandono e se pensiamo di non avere i giusti mezzi per farlo ci basti pensare che quello che conta è iniziare a rimboccarsi le maniche».