È la preghiera che spande il sorriso e la benedizione di Dio

Possiamo finalmente presentarvi il tema del Convegno Nazionale 2022, che si terrà a San Giovanni Rotondo il 10 e 11 settembre prossimi. Come ogni anno la scelta delle singole parole è importante, perché in qualche modo si vuole proporre una lettura della realtà che ci circonda, attraverso una frase di Padre Pio.

E la realtà ce l’abbiamo sotto gli occhi: il Covid, la guerra e la crisi ecologica che stiamo vivendo, hanno causato una forte crisi a livello economico e sociale. In tanti parlano di speranza e ottimismo, anzi, in tanti chiedono di essere aiutati a riprendere speranza. Le risposte non sono semplici perché ci sono delle croci veramente pesanti, e allora occorre credere che certe cose ce le può dare il Signore, a lui chiediamo il dono del suo sorriso e della sua benedizione.

«È la preghiera che spande il sorriso e la benedizione di Dio» è un’espressione di Padre Pio ed è stata presa dal Discorso che aveva preparato per il decennale di Casa Sollievo, nel 1966, due anni prima di morire. Quel mattino ci fu la messa del cardinal Giacomo Lercaro nel pronao di Casa Sollievo e Padre Pio, come testimoniano tante foto, partecipò alla celebrazione, ma era sofferente, e non si sentì di leggere il suo discorso.

In realtà, la frase è la sintesi di un lungo periodo di quel discorso che qui riporto integralmente: «È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la “Casa”, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza».

Padre Pio utilizza tutta una serie di verbi per definire l’azione della preghiera: «muove, rinnova, sostiene, conforta, guarisce, santifica, eleva, dona» sui quali è bene soffermarsi.

 

La preghiera «muove e rinnova»

Vorrei richiamare una riflessione di Padre Pio a proposito del miracolo; per lui chiedere i miracoli era un fatto di grande responsabilità, perché effettivamente le preghiere muovono il cuore di Dio, lo spingono ad avere pietà di noi e Lui prende veramente a cuore le nostre situazioni. Non esiste una preghiera che non venga esaudita, anche se non sempre il Signore agisce come vorremmo noi.

Tutto questo ci dice che pregare è mettersi in modo, la preghiera «muove» il cuore di Dio e dell’uomo, l’effetto che ha in ognuno è quello di rinnovarci interiormente. Se leggiamo il libro dei Salmi ci rendiamo conto di come (sebbene i termini siano diversi dai nostri) quelle preghiere sono tanto vicine a questa realtà: ci sono guerre, sofferenze, malattie, i più deboli vengono regolarmente schiacciati dai più forti.

Il salmista chiede l’intervento di Dio, ma contemporaneamente riflette sul suo modo di agire, confronta la sua bontà con l’ingratitudine dell’uomo; ripensa al passato per camminare verso il futuro.

Lo stesso Gesù, quando compiva un miracolo, apriva ad un rinnovamento del cuore: «Ti sono rimessi i tuoi peccati», dice prima di guarire il paralitico; al paralitico della piscina probatica: «alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua»; e quando la sua parola è così forte da salvare una donna che stava per essere lapidata, conclude: «Neanch’io ti condanno, va e non peccare più».

 

La preghiera sostiene, conforta, guarisce

Creati a immagine di Cristo, siamo chiamati con la nostra preghiera a continuare la sua missione proprio attraverso i Gruppi di Preghiera: “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Il sostegno, il conforto, la guarigione sono frutto proprio di questa preghiera vissuta insieme. Faccio notare un particolare importante: Padre Pio vuole che questa preghiera comunitaria, sia fatta particolarmente per la “Casa” come dice lui, cioè per Casa sollievo. Non possiamo negare che per diverse ragioni, sembra che il legame dei Gruppi con l’Opera di Padre Pio si sia andato affievolendo; ricordiamolo spesso che lui ha voluto questa profonda reciprocità. Una preghiera che è sostegno, conforto, guarigione si traduce in una carità che dev’essere ugualmente sostegno, conforto e guarigione. Avrei qualche perplessità e rinvenire le stesse attenzioni di Padre Pio per altre opere che recentemente sono state millantate come volute da lui, con presunti sogni o apparizioni. Lui ha consegnato Casa Sollievo ai Gruppi di Preghiera e ha promesso la sua assistenza e la sua benedizione a coloro che sono fedeli a questo mandato.

 

Santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria

Entriamo qui nel quotidiano della vita dei nostri Gruppi: la preghiera è movimento, abbiamo detto, è qualcosa che ci impegna in prima persona a rinnovare la nostra esistenza. In generale Padre Pio fa riferimento al lavoro, nello specifico proprio a quella assistenza sanitaria di cui si parla tanto oggi e che spesso vediamo degradata da interessi di parte e da tanti scandali. La preghiera e l’aiuto concreto che diamo a Casa sollievo deve responsabilizzare prima di tutto chi l’amministra, ma in generale tutti noi di fronte alla grande missione che il Padre ha dato a questo ospedale. Non abbiamo solo una casa di cura che ha la vocazione di essere all’avanguardia dal punto di vista scientifico, ma una struttura che deve avere un significato morale, deve dare la direzione a quell’assistenza sanitaria che spesso è soggetta più agli egoismi degli uomini che alla ricerca del bene per i più bisognosi. Quel desiderio che venga portato sempre e comunque l’amore al letto del malato, deve diventare un segno eloquente di questa Casa, un segno che deve caratterizzare il nostro tempo. Pregare per questo fine è veramente la grande missione dei Gruppi di Preghiera.

 

Dona forza e cristiana rassegnazione

Nel segno della fede i nostri Gruppi sono chiamati ad essere vicini a chi soffre; noi siamo radicati nell’eternità attraverso il battesimo, ma la sofferenza e la morte sembrano chiudere le porte alla speranza. Attraverso la preghiera noi rompiamo quel velo di mistero e di paura che avvolge il dolore per aprirci a una luce nuova: forza e rassegnazione non sono due elementi passivi, quasi che ormai si tenda ad accettare senza protestare qualsiasi sofferenza. Se Padre Pio coniuga insieme forza e rassegnazione è proprio perché non vuole un atteggiamento passivo di fronte alla croce; il calvario è come una direzione diversa della nostra esistenza. È vero è una strada che nessuno di noi intraprende spontaneamente, chi scrive ha paura del dolore come ognuno di voi e sono certo che Padre Pio condividesse gli stessi timori. Una volta intrapresa, però, questa è una strada che porta verso il cielo, verso una visione dell’esistenza attraversata dalla luce della risurrezione. La rassegnazione non è dunque un atteggiamento passivo, ma la scelta di accettare e intraprendere con forza la nuova strada che il Signore sta disegnando per noi. Ecco il grande valore di una preghiera che sia forza e rassegnazione.

 

La preghiera spande il sorriso e la benedizione di Dio

E siamo alla parte conclusiva di questo brano di Padre Pio La nostra preghiera comunitaria ci attira il sorriso e la benedizione di Dio; è proprio su questo che siamo chiamati a riflettere attraverso la meditazione della Parola e la celebrazione Eucaristica. Cantare le meraviglie di Dio in questo tempo così difficile, significa leggere la sua mano provvidente davanti a ciascuno di noi. Nei vari convegni regionali e diocesani avremo modo di tornare a riflettere insieme su questo aspetto; la preghiera non è solo invocazione e richiesta di aiuto, ma è lode, adorazione e ringraziamento. Con queste premesse ci accingiamo a vivere quest’anno che ci vedrà protagonisti all’interno del cammino sinodale della Chiesa italiana e comincerà a porre le basi per il grande Giubileo del 2025.

 

Scarica il programma del 33°Convegno Nazionale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio